Chi sono

Fabio Di Rosa

Consulente, formatore in comunicazione e marketing. Digital strategic planner e problem solver.

Facebook, back to the future

Fin dalla nascita di Facebook, a dire il vero moltissimi anni prima, con l’avvento di forum e luoghi virtuali, mi sono sempre immaginato esser  luoghi sconfinati, paragonabili ad una piazza, luoghi in cui si hanno moltissime possibilità, alcune meravigliose, altre “poco piacevoli”.

Faccio un esempio:

immaginiamo di trovarci in una piazza del nostro paese o della nostra città con alcuni amici per scegliere dove andare a cenare, oppure per recarci in edicola a comprare il nostro quotidiano preferito, o addirittura per manifestare o per assistere ad un evento. Fin qui nulla di strano no?

In Facebook abbiamo le stesse possibilità?

Per restare in contatto certo che si, ma con alcune differenze…

Ritorniamo nella nostra piazza per un momento e immaginiamo di parlare di un argomento molto dibattuto, nel frattempo si avvicinano altre persone che ascoltano la nostra conversazione ed infine incominciano ad intervenire in maniera poco educata, poi diventano minacciosi e la cosa si fa seria…

In una situazione del genere si cerca di allontanarli o se la minaccia diventa grave, si chiede l’intervento delle autorità.

Ma in Facebook cosa accade?

Il nulla… anzi accade esattamente il contrario, mi spiego meglio:

Siamo in Facebook e il sig. Mario Rossi (nome e cognome poco utilizzato in Italia) crea un post in cui esprime il proprio parere su un argomento, nell’arco di qualche minuto qualche suo amico/conoscente commenta con le proprie opinioni. Poi arriva il sig. Verdi che schernisce il sig. Rossi, da li a diventare un escalation tra commenti assurdi e non attinenti, attacchi personali è un attimo.

Che fare dunque?

Facebook ci permette di segnalare il post, segnalare o bloccare la persona (sempre che rientrino nelle linee guida di Facebook), ovviamente nella vita reale saremo sottoposti a sanzioni civili o penali che poi si ripercuoteranno nella nostra vita.

Ora come ora, a prescindere che il problema non è l’intervento di Facebook che gestisca la situazione, il vero problema è questa “mania” di protagonismo estremizzato nei social, che senza un confronto de visu innesca comportamenti (li definirei quasi animaleschi) senza freni, senza rispetto e nemmeno degne di confronto.

Tutti questi comportamenti ahimè sono diventati abitudini nel mondo reale, dove non si ha più nè rispetto nè tolleranza (parlo in generale, probabilmente tu che mi leggi non fai parte di coloro di cui sopra cito).

Sinceramente mi fa schifo vedere persone che sono più concentrate ad immortalare una scena (magari un cui si ha bisogno di un aiuto o di un soccorso) per condividerla sui social (come se fossero partecipanti ad un da casting per diventare regista o inviati del telegiornale), piuttosto che portare soccorso.

Vi prego, riflettete, riflettiamo e cerchiamo di tornare a ciò di cui abbiamo realmente abbiamo bisogno e di cui siamo incredibilmente capaci, l’essere solidali, essere pronti ad aiutare il prossimo, essere presenti nei confronti ma con rispetto.

Ricordiamoci che i social, come gli smartphone o qualsiasi attrezzo che nella nostra vita quotidiano utilizziamo, possono essere strumenti meravigliosi, oppure diventare l’arma più pericolosa di cui disponiamo, tutto dipende dalle nostre scelte.

Siete d’accordo?

P.s. ho preso l’esempio di Facebook, ma di social e luoghi similari ne abbiamo in abbondanza.

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